In cosa consiste

Consiste nell'iniezione intracapillare di un farmaco sclerosante allo scopo di chiudere i capillari superficiali che causano un effeto anti estetico, in particolare sulle gambe.

A cosa serve

Il farmaco applicato provoca la chiusura dei capillari trattati, trasformandoli in materiale inerte il quale viene metabolizzato in 2/3 settimane.Trascorso tale periodo, i capillari scompariranno progressivamente. Decorso post trattamento.

È consigliabile effettuare la terapia sclerosante degli arti inferiori durante il periodo autunnale e invernale, con temperature rigide favorenti la vaso costrizione.

I trattamenti sclerosanti

Eliminare le teleangectasie, ovvero i capillari dilatati, con la scleroterapia è possibile. Andiamo a vedere come funzionano i trattamenti sclerosanti e quanto sono efficaci nel rimuovere gli anti estetici segni che venuzze, vene varicose e capillari rotti lasciano sulle gambe, sul viso e sui fianchi. L'intervento è sicuro, poco doloroso e prevede solo alcune controindicazioni.

In cosa consiste la tecnica?

Con un ago sottile si inetta sottopelle in corrispondenza delle venuzze da eliminare una soluzione "sclerosante" (generalmente a base di alcool polidocanolico, glicerina cromata, sodio salicilato e tetradecilsolfato a varie concentrazioni) per causare una flebite chimica.

La soluzione irrita e distrugge lo strato interno del vaso sanguigno che non trasporterà più sangue; la teleangectasia sarà riassoebita. Il danno per il sistema circolatorio è minimo (la microcircolazione non è vitale; il sangue passerà lungo altri percorsi).

La procedura è pressoché indolore e, per ottenere buoni risultati occorrono 1-5 sedute (in cui si possono trattare da 10 a 40 capillari). La scomparsa delle venuzze può avvenire in tempi più o meno rapidi (a partire da subito ad alcuni mesi, persino alcuni anni per le recidive).

I risultati sono più che positivi nel 90% dei casi (vi è un 10% che non ottiene risultati anche dopo 5 sedute, tra cui alcuni rari casi che riscontrano persino un peggioramento post trattamento).

Controindicazioni ai trattamenti sclerosanti

Meglio astenersi dal trattamento di scleroterapia se in gravidanza, in caso di paziente allettato, se vi sono stati nell'anno episodi di tromboflebite superficiale o di trombosi venosa profonda, in presenza di diabete mellito scompensato, tumori maligni, malattie del surrene, la tubercolosi ed alcune malattie renali (glomerulonefriti e nefrosi).
Valutare bene l'intervento in caso di malattie del fegato (come epatiti acute virali, tossiche o da farmaci; cirrosi epatica), stati febbrili, asma allergico e bronchiale, malattie cardiache come miocarditi e endocarditi e discrasie ematiche.

In caso di intervento sclerosante

Meglio preferire il periodo autunnale o invernale (sia per evitare la vasodilatazione da calore che per non esporre al sole la parte trattata). Se si è in età fertile è preferibile sottoporsi all'intervento nella prima metà del ciclo mestruale, per evitare l'azione vasodilatante dovuta agli ormoni prodotti successivamente all'ovulazione.

Effetti collaterali dei trattamenti sclerosanti

Talvolta, successivamente alla scleroterapia si possono verificare piccole bolle nell'area trattata, macchie lentigginose (che scompaiono nel giro di pochi giorni, massimo alcuni mesi), piccoli coaguli nel capillare (riassorbibile in tempi rapidi).
Rarissime le reazioni allergiche alla soluzione sclerosante.

Da evitare

Non praticare cerette a caldo, bagni a temperature elevate e qualsivoglia traume per gli arti inferiori (es. lunghi viaggi aerei).